Samarcanda, ci credi che esiste davvero quando la vedi
comparire dalla strada. Prima è un mito, un'idea favolosa, e fino alla fine il
dubbio rimane.
L'Oriente e l'Occidente convergono qui, per un attimo,
prima di riprendere ciascuno la propria strada. I contrasti si amalgamano e si
confondono, si mescolano le lingue, il taglio degli occhi e i colori degli
abiti.
E' un luogo difficile da raccontare. Appena dietro una
bellezza che nessuna parola può bastare a descrivere, si cela un pianeta
sconosciuto fatto di auto che combattono con le buche sul selciato, polvere che
si alza a ogni passo, animali che pascolano sul ciglio della strada e occhi
sgranati di bambini che si chiedono cosa ci sei andato a fare, lì, perché non
ti sei fermato prima, nell'oasi di splendore del Registan, dei viali puliti e
delle moschee blu.
Il mercato è un incrocio di colori di spezie e foulard
di donne, profumo di pane e carne arrostita, mentre poco più in là spuntano le
bancarelle con gli orologi e le radioline made in China.
I locali suonano la tua musica, i taxi sfrecciano
nella notte con l'autoradio alzata al massimo, perché è salito un occidentale,
e ti illudi di non essere poi così lontano da casa. Ma subito arriva qualcuno,
o qualcosa, a fartela svanire, quell'illusione, a ricordarti che qui si non si
parla la tua lingua e questo è un mondo diverso. Basta uno sguardo ad
ammonirti, che la confidenza indiscreta non è gradita in questo altrove che
gioca tra il mostrarsi e il nascondersi, che si fa conoscere, ma non troppo da
vicino.
Samarcanda non ha paura del tempo, non lo insegue né
lo perde, lo lascia scorrere. Le persone lavorano, camminano, e se non hanno
nulla da fare si siedono, guardano e aspettano. Quando scende il buio tutto
tace, e il silenzio conserva le storie di un passato fatto di grandi
conquistatori, mercanti e viaggiatori favolosi. Del futuro, qui non si parla, è
ignoto e a nessuno interessa il benché minimo tentativo di prevederlo.
A Samarcanda tutto passa senza fermarsi, ma nulla va
perso, di ciascun elemento resta una traccia, per sempre. Tracce diverse che si
fondono e si confondono, la modellano e la rendono una città diversa e
immutabile. In una parola, eterna.
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